Il vigneto vive al ritmo delle stagioni — un ciclo perpetuo e necessario che ne garantisce la continuità.
Vi proponiamo di scoprire più da vicino i momenti chiave che scandiscono la vita della vigna in Champagne.
I lavori, tappa dopo tappa
Dopo la pre-potatura in autunno, la potatura a fine marzo o inizio aprile — e obbligatoriamente prima della fioritura — si procede con la legatura, un’altra operazione manuale che consiste nell’attaccare i tralci ai fili di sostegno per evitare una crescita disordinata della vite e darle una forma regolare. Così disciplinata, la pianta può avviare il suo sviluppo.
Dopo l’inizio della vegetazione, la cura della vigna prosegue con diversi interventi volti a controllare la resa e favorire la qualità dell’uva.
L’eliminazione dei germogli (ébourgeonnage), effettuata a mano di solito a metà maggio, ha lo scopo di rimuovere i giovani getti superflui per favorire quelli fertili.
In questo modo si ottimizza il flusso della linfa, si arieggia la vegetazione e, in definitiva, si promuove una migliore fruttificazione.
Quando i tralci raggiungono circa 50 centimetri e prima della chiusura del grappolo, è obbligatorio procedere al rialzo (relevage) dei fili detti “sollevatori”, posizionati a circa 30 cm al di sopra dei fili di sostegno.
Una volta sollevati i fili, può iniziare il palizzamento (palissage), generalmente nel mese di giugno.
Questa operazione consiste nel separare i tralci tra loro, ordinarli e contenerli tra i fili mantenuti da graffe.
Una migliore distribuzione del fogliame consente così un’esposizione ottimale al sole e una buona aerazione, evitando la formazione di muffe o marciumi.
Si tratta di un lavoro per lo più manuale, fondamentale per la vite champenoise: l’elevata densità di impianto del vigneto genera infatti un’ampia superficie fogliare, che deve essere distribuita uniformemente lungo tutta la distanza tra due ceppi e su tutta l’altezza della pianta.